Il 4 maggio a Kuća Cveća

Niente folla oceanica o scene di disperazione colletiva, nessun Capo di stato, ne reali o altre personalita’. Solo poca gente comune si e recata oggi, 4 maggio 2015, al mausoleo Kuća Cveća (Casa dei fiori) di Dedinje, sud di Belgrado, per il trentacinquesimo anniversario della morte dell’ex presidente della Jugoslavia Josip Broz Tito.

Belgrade (SRB).

Ovviamente, non c’è stata nessuna celebrazione ufficiale, non qui a Belgrado perlomeno, Tito è stato comunque un dittatore, e mal si presta alle moderne “democrazie” il suo ricordo e il suo omaggio. Resta però il fatto che il ricordo della sua Jugoslavia continua a dividere le opinioni attraverso le sei ex repubbliche federali, soprattutto a confronto con quanto si ha oggi, e dopo la dolorosissima transizione che ha segnato la fine del comunismo nei Balcani occidentali.

Trovandomi nella capitale serba, nonchè ex capitale jugoslava, non potevo perdere l’occasione di vedere chi si ricorda ancora di una delle figure piu controverse della storia del Novecento.

Belgrade (SRB).

Il grosso dei “nostalgici” ha deposto i suoi fiori sulla tomba del Maresciallo e di Jovanka Broz durante le prime ore del mattino, vari pullman provenienti soprattutto dall’Istria si sono uniti al nipote Josip Joska Broz nel ricordo del Padre della nazione che non c’è piu.
Durante il resto della giornata c’è stato un lento e silenzioso viavai di singoli e comuni cittadini. Non solo sloveni, da sempre i visitatori piu’ frequenti qui sulla collina di Dedinje, ma anche serbi, qualche croato della Dalmazia e qualche sarajevese.

Il Maresciallo Josip Broz Tito muore il 4 maggio del 1980 nell’ospedale di Lubiana dove era ricoverato da alcuni mesi, aveva 88 anni. Per oltre 35 era stato il padre e pesidente unico della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, facendone uno dei riferimenti internazionali nel mondo “diviso in due” per i paesi Non allineati.

Belgrade (SRB).

«Durante la Jugoslavia avevamo garantiti la sanità, il diritto all’educazione nonche una reputazione internazionale di prima grandezza», mi racconta una coppia di Dubrovnik, che ogni anno viene qui a ricordare “i bei tempi”.

«E un peccato che non vengano molti giovani, perche dovrebbero conoscere e considerare maggiormente l’importanza che aveva la Jugoslavia sotto Tito», fa eco Marko, guardia d’onore in pensione. Qualche trentenne c’era, anche se indubbiamente l’età media era ben più alta.

A parte le differenze generazionali, la giornata a Dedinje è stata soprattutto una piacevole carrellata di incontri. In generale discretti cittadini, appartenenti a quella che era la classe media jugoslava, qualche personaggio più peculiare come “zio” Miodrag Rule di Unčari, una sorta di leader carismatico e colorato degli jugo-nostalgici serbi, ma anche visitatori particolarmente interessanti. Tra questi c’era Ilija Đujić, veterano novantenne della Seconda Guerra mondiale originario di Knin, che si unì ai partigiani di Tito nel 1941 contro gli Ustascia in Krajina; oppure il comandante Rajko Vučković, 76 anni, ufficiale del Galeb, lo yacht di Tito, nella sua uniforme della marina.

Belgrade (SRB).

Alle 15.05, l’ora ufficiale della morte del Maresciallo, čika Miodrag e Marko entrano per il saluto al “compagno” Tito, dopodichè gli ultimi pochi visitatori che hanno aspettato per quest’ultima formalità lasciano il memoriale, la giornata del ricordo è finita.
Prossimo appuntamento per gli jugo-nostalgici, il 25 maggio, giorno della gioventù.

So long Yugoslavia!

 

Trentacinque anni di jugo-nostalgia, le foto del 4 maggio 2015 alla Casa dei fiori di Belgrado. (Photogallery)

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