Scappo dalla città: Aldea Luna

Viaggiando in un’Argentina completamente assorbita dalla campagna elettorale per il successore della “presidenta” Cristina Fernández de Kirchner, un’interessante parentesi è stata la mia permanenza nella piccola riserva naturale Aldea Luna, nella provincia settentrionale di Jujuy. Appena due settimane dove, come volontario, ne ho vissuto la quotidianità e allo stesso tempo ho potuto raccogliere qualche immagine per raccontare il senso di questo progetto.

Nature reserve Aldea Luna, Jujuy Argentina

La Reserva natural Aldea Luna (Villaggio Luna) nasce una decina d’anni fa dall’idea e l’impegno di Martin Baldoni e sua moglie Elizabeth. Argentino della capitale, con chiare origini italiane, lui, uruguaiana di origini ucraine lei, dopo aver vissuto e lavorato a lungo in Ecuador, hanno trovato l’opportunità di “riavvicinarsi” a casa acquistando questo appezzamento di terra inaccessibile e boscosa, immerso nella biosfera della Yungas.

«Il costo della terra in questa zona dell’Argentina è relativamente basso a causa dell’asprezza del territorio». Infatti, a differenza delle Pampas, distese infinite di pianura fertile perfette per il pascolo, che da più di un secolo e mezzo sono il mito e l’economia gaucha, il nord montuoso è la parte povera del paese, dalle infrastrutture minime e, appunto, dalla morfologia inospitale.

«Il commercio più diffuso è quello del legname. La Yungas è ricca di alberi come Cedri, Noci, etc. Quello che ha impedito fino a oggi il disboscamento selvaggio è stato il territorio. Tagliare e trasportare il legname pregiato da queste montagne richiede grossi investimenti in macchinari lasciando margini di guadagno piuttosto ridotti».

Nature reserve Aldea Luna, Jujuy Argentina

La Yungas di cui mi parla Martin, è un’estesa biosfera boschiva tropicale che si estende tra Argentina, Bolivia e Perù. E’ a tutti gli effetti la continuazione dell’Amazzonia.
«Ciononostante, quello che fanno comunemente i proprietari locali è tagliare gli alberi nativi per venderne il legname e magari ripiantare altre specie più economiche come l’Eucalyptus, stravolgendo completamente l’ecosistema originario. Quando dieci anni fa abbiamo deciso di comprare questo piccolo appezzamento – l’Aldea Luna ha un’estensione di 963 ettari, un’area di dimensioni importanti per i canoni europei, minima rispetto ai latifondi sudamericani- la nostra intenzione era quella di conservare la vegetazione originale, e laddove possibile ripristinarla».
Concetti astratti per la mentalità locale, «I nostri vicini non capiscono il senso di tale progetto, comprare della terra per non farci niente. All’inizio qualcuno pensava fossimo una specie di setta religiosa».

L’Aldea Luna è completamente a conduzione familiare, Martin ed Elizabeth vivono qui con i due figli, Matías adolescente e la piccola Anna di due anni e mezzo. Accanto a loro da alcuni anni hanno l’aiuto permanente di Fran e Caroline, una coppia di giovani inglesi che dopo alcune esperienze come volontari hanno deciso di adottare definitivamente la vita di campagna.

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Da circa sei anni però, l’attività della riserva si è “aperta al pubblico”, per la necessità di autofinanziarsi ovviamente, ma anche per l’importanza di far conoscere e diffondere la cultura della biosostenibilità.
Per i visitatori che decidono di passare qualche giorno sono garantiti tranquillità, letture e camminate nella natura. Si possono fare corsi di spagnolo tenuti da Elizabeth, o in generale si può “scappare dalla città” per un po’, restare senza internet, senza cellulare, con la sola elettricità solare e pasti rigorosamente vegertariani con i prodotti dell’orto.
L’attività dei volontari, che invece decidono di vivere più a lungo la vida de campo, consiste nel cooperare attivamente alla conduzione della riserva.
Colazione tra le otto e le nove, e poi a trabajar. I lavori sono i più svariati: dalla manutenzione dell’orto alla cura del pollaio; dalla riparazione delle recinzioni divelte dalle vacche dei pascoli circostanti o dai cinghiali alla costruzione delle cabañas per i visitatori; dalla sistemazione dei percorsi segnati alla cucina.

«Generalmente riceviamo il maggior numero di ospiti tra gennaio e marzo (durante l’estate, in Argentina), è capitato di averne fino a venti contemporaneamente, con alcuni che dovevano accontentarsi di dormire nei sacchi a pelo. In questi sei anni abbiamo ricevuto piu’ di mille tre volontari e visitatori, da ogni parte del mondo», continua Martin.
«Oggi che la Riserva ha cominciato a farsi conoscere riusciamo ad avere sempre qualcuno che ci aiuti, ogni abilità è ben accetta. Serve solo buona volontà, voglia di sporcarsi le mani e passione per la natura. Di lavoro, qui, ce n’è sempre da fare».

Nature reserve Aldea Luna, Jujuy Argentina

Oggi la Reserva Natural Aldea Luna è citata nelle guide di viaggio come la Lonely Planet, in cima alle opportunità di lavoro volontario, o nei maggiori siti di turismo alternativo.
Oltre a questo, l’Aldea Luna fa parte della rete ONG-Yungas, un sistema di riserve naturali private che hanno come obiettivo comune la protezione della Yungas, la sua vegetazione nativa, e la sua fauna che consta vari esemplari a rischio estinzione come il giaguaro, il puma e numerose specie di volatili.
«Quello per cui ci stiamo battendo al momento è il riconoscimento legale dello status di Riserva naturale privata da parte dell’amministrazione pubblica. In Bolivia e Paraguay queste leggi già esistono. Recentemente in Argentina sono state riconosciute le prime riserve nella provincia di Salta, quindi ci auguriamo che questo imprima una spinta positiva anche qui a Jujuy».

Sunset on Rio Tilquiza valley

 

La vita di campagna all’Aldea Luna (Photogallery)

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